mercoledì 27 gennaio 2016

Le sciure del mio corso di pilates si allenano come la nazionale russa alle Olimpiadi di Seul.

Tutto è cominciato quando quella sadica della mia genitrice mi ha iscritta, a 6 anni, al Fight Club.
A quei tempi in paese esisteva un'unica palestra frequentata da wannabe body builder e bambini con la scoliosi, l'alternativa artistica alla scuola di danza era un incontro con altre povere vitt...ehm bambine abbigliate con un ridicolo body di spandex maniche lunghe, di un lucido color azzurro puffo.


In uno scantinato del centro storico a cui si accedeva da un'umida ripida scaletta.

Sì, mamma, è inutile raccontarci che quella era ginnastica artistica, lo abbiamo capito tutte che erano combattimenti segreti a colpi di salti di cavallina e di quella maledetta capovolta da cui bisognava rialzarsi di scatto su due piedi (mai riuscita).


Comunque, per una povera baby polpetta come me tutto ciò appariva come l'umiliazione suprema. Quel cacchio di body si infilava tra le chiappe e ieri come oggi avevo l'agilità di un tronchetto della felicità.

Cosa ci dava forza a quei tempi?

Lei. L'inossidabile, la ragazza che volteggiava agile tra palle e nastri: Hilary!

Quanto, quanto, quanto desideravamo quel natro?

Noi piccoli botoli blu saltellavamo senza sosta sognando, come la nostra beniamina, di partecipare e vincere loro: le Olimpiadi di Seul!
E invece? Ci ritrovammo tutte a ballare la Danza delle ore nella palestra della scuola media di paese... vabbè.

Passano gli anni (ma lo spandex resta, questa volta sottoforma di fusò Arena con la staffa) e noi tutte, giovai pulzelle, alte, basse, strette, larghe ci dedicammo in massa alla Pallavolo.


Ora, non vorrei passare per una che romanza le cose, giuro che ciò che racconto è la verità, tutta la verità: ma ce la vedete voi una orba, con 6 diottrie mancanti a causa di un astigmatismo galoppante, fare ricezioni e schiacciate senza occhiali che se si rompono è la fine?

Ecco.

Io così ci giocavo avvincenti partite in casa e fuori, prendendo la palla ad cazzum.


Immaginando di essere lei, no, non la pazza psicopatica che si allenava nel bagher con le catene ai polsi...

Ciao Mimì Ayuhara!

... lei! La cugina famosa!
Colei che poteva rimanere sospesa in volo per almeno due o tre puntate, dando l'effetto a volo di rondine alla palla gridando "Attack!!!"
Mila Azuki.

Nuove e più accurate prospettive della nostra beniamina qui

E noi lì, tutte a saltare contro il muro sperando di aumentare la nostra elevazione di circa due metri e cinquanta immaginando di poter partecipare, e vincere, sì... sempre loro... le Olimpiadi di Seul! (Che poi c'erano ormai già state, visto che l'88 era passato, a questo punto da almeno 5 anni, ma internet non esisteva e noi, ignare, continuavamo a saltare)


Oggi sono quasi convinta che anche Holly e Benji, l'uomo Tigre, e finanche Milly un giorno dopo l'altro, che si dilettava con le corse a cavallo, avessero partecipato a 'ste benedette Olimpiadi di Seul.


Perchè per noi bambine degli anni 80 non c'è stata nessun'altra olimpiade al mondo.